passati quasi anni tre dall’ultima nostra ameremmo scrivervi che ci ricordiamo un poco di voi, che investiste queste intenzioni di rispetto e nella sua lunga data; invece adesso lasciamo fare e davanti il tempo ha deposto un cristallo che non ci accoglie e così speriamo che la luce entri da davanti al prisma e che rifrangendosi si riesca a vedere qualcosa, perché adesso no, è tutto buio anche se non ci disturba, Céline abbiamo amato il buio e quindi ci si parla; presempio gli diciamo: buio! cosa pensi succederà domani mattina quando mi sveglio male e mi vengono in mente i dolori e le cattive cose passate? Uno dei dolori in elenco dice che è il non essere stata recepita e un altro che è essere stata sostituita, il terzo è che si confondono
sono i più bravi dolori del mondo, quello che gli ho dato se lo sono tenuto stretto ed hanno prodotto le cose cattive: una delle cose cattive adesso vive molto in forma e ha preso in mano il telefono e scrive, le sue dita sottili accarezzano il mondo digito, si piace, si sfoga, si esprime, ci dice che è brutto non aver avuto abbastanza latte, cose così, non aver avuto abbastanza caldo, spessore, coinvolgimento, importanza ma non insiste a cazzo, s’intrufola invece nei fatti e cerca qualcosa da raccontare e
loro sono precisi, vengono quando è il momento portandosi addosso tutte le cose, proprio stasera urlavano davanti ad un piatto di bucatini ed erano parole semplici le urlate, me lo passi, toglilo, spostalo, versa, porti prima questo, dia a lui l’assaggio, meglio prima, mi porta l’olio, il vino migliore, togliti il cappotto, aspetta che fisso la cinghia, cosa è successo questa settimana, quanto tempo devo aspettare che mi si ghiacciano i peri con altre amenità del mondo vacuo merda